Sinossi
Nella prima stagione di Doc – Nelle tue mani abbiamo seguito le vicissitudini del dottor Andrea Fanti, primario del reparto di Medicina Interna del Policlinico Ambrosiano, a partire dal colpo di pistola che gli ha cancellato dodici anni di memoria.
A causa di questa amnesia il dottor Fanti ha dunque dovuto ricostruire, passo dopo passo, la sua vita. L’abbiamo visto riscoprire la bellezza del lavoro in corsia, perché essere stato paziente ha rivoluzionato il suo approccio alla cura: ha abbandonato l’atteggiamento freddo e distaccato che aveva da primario, per tornare ad essere un medico empatico, completamente dedito all’ascolto del paziente. Per essere precisi, un “medico con limitazioni”. Perché Doc, come lo chiamano tutti, non è stato pienamente reintegrato nell’organico dell’ospedale: data la sua peculiare condizione, può avere solo il ruolo di semplice aiutante degli specializzandi.
Al termine della stagione l’abbiamo lasciato diviso fra due donne: Agnese, la moglie da cui non ricordava di aver divorziato e che continua ad amare, e Giulia, l’assistente con cui ha scoperto di aver iniziato una relazione, ma della quale dopo l’incidente non sapeva più nemmeno il nome.
Doc ha trovato nel reparto la sua nuova famiglia e un nuovo equilibrio di vita. Lo ritroviamo proprio lì all’inizio della stagione. Ma non può immaginare che genere di tempesta si stia per abbattere su tutti: la peggior pandemia degli ultimi cento anni, la prima nella storia di estensione globale, con Milano come epicentro mondiale.
Doc e i suoi colleghi, come tutti i medici italiani, affronteranno l’emergenza Covid. Ma questa seconda stagione della serie non indugerà sulla fase critica dell’emergenza sanitaria: racconterà piuttosto il ritorno alla normalità dopo la fine della pandemia.
Proprio come la prima stagione di Doc – Nelle tue mani ha appassionato milioni di spettatori raccontando la storia di un medico e dei suoi pazienti che ritornano alla vita dopo il trauma di una malattia, così la seconda stagione li appassionerà raccontando il grande nuovo inizio che ci aspetta, dopo che ci saremo messi alle spalle questa emergenza.
La seconda stagione, come e più della prima, parlerà di speranza raccontando l’esperienza della malattia come quella di una seconda occasione.
Racconterà come Doc e il suo reparto, dopo essere stati in prima linea nella guerra contro il Covid, ricominciano a prendersi cura, con tutta l’empatia di cui sono capaci, dei pazienti che si affidano a loro in cerca di una diagnosi e di una guarigione.
Ognuno dei nostri protagonisti dovrà cominciare una nuova vita. E nella grande avventura del ritorno alla normalità la posta in gioco non sarà più soltanto il futuro di Doc, come nella prima stagione, ma il futuro dell’intero reparto, che sarà minacciato nella sua stessa esistenza.
Dopo l’arresto di Marco Sardoni, infatti, in reparto c’è un nuovo primario. E Doc dovrà difendere il suo team e il suo metodo di lavoro incentrato sulla medicina narrativa e sul rapporto empatico con i pazienti contro la decisione del nuovo primario di trasformare il reparto di medicina interna in un presidio di vigilanza contro le future pandemie.
Doc capisce le preoccupazioni del nuovo primario, ma cerca di mostrargli come la medicina che persegue rischia di essere disumanizzante e che per la paura di un contagio non possiamo dimenticare di restare umani, anche e soprattutto in quel momento cruciale che è la relazione fra un medico e il suo paziente.
Ma il nuovo primario è determinato nel suo obiettivo di stravolgere il reparto. Così Doc capisce che ha un’unica possibilità per salvare il suo metodo e il suo reparto: affrontare un difficile percorso di test medici e psicologici che gli permettano di recuperare il suo vero ruolo.
E tornare a essere primario.
Ma questo, oltre a dover recuperare i progressi fatti dalla medicina negli ultimi dodici anni, significa dover scendere a patti con la sua prefrontalità, la condizione frutto del suo incidente per cui Andrea si trova a dire tutto quello che gli passa per la testa, senza filtri: un lusso che un primario non può certo permettersi. E soprattutto Andrea deve fare i conti con il senso di colpa per qualcosa di terribile successo nel momento peggiore dell’emergenza e che tutti si sforzano di tenere nascosto, come un segreto inconfessabile.
La seconda stagione di Doc è il primo medical italiano a raccontare, con realismo e speranza, la nuova vita che ci aspetta dopo la pandemia.